Sulla Dichiarazione Fiducia supplicans
Testo originale croato pubblicato il 9 gennaio 2024
La dichiarazione Fiducia supplicans sul significato pastorale delle benedizioni è stata pubblicata dal Dicastero per la Dottrina della Fede il 18 dicembre 2023. Si tratta della prima dichiarazione della stessa Istituzione dopo la dichiarazione Dominus Iesus sull’unicità e universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa, il 6 agosto 2000.
Benedizione del Creatore
Come è stato dall’inizio?
“E Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela!” (Genesi 1,27-28).
Da questa frase biblica si evince questo atto e piano di Dio:
1o – all’inizio Dio creò l’uomo, cioè maschio e femmina, a sua immagine, infondendo in loro un’anima dotata di ragione e libera volontà.
2o – li benedisse come una coppia matrimoniale complementare con uno scopo preciso nella vita.
3o – questo scopo è la fecondità, il moltiplicarsi degli uomini, popolando e sottoponendo la terra alla loro gestione, consapevoli che la terra è proprietà di Dio.
4o – tutto ciò che è contrario a questo piano del Creatore, non è l’immagine di Dio, non ha lo scopo e l’obiettivo di Dio e quindi non ha nemmeno la benedizione di Dio.
Cosa è successo nel corso dei tempi?
Sodomia
Il nome deriva da Sòdoma, a cui è annessa Gomorra, le città vicine dove oggi si trova il Mar Morto, situato tra Israele, Palestina e Giordania. Queste città sono un esempio di perversione sessuale denominata sodomia. La Bibbia descrive la loro malvagità e la loro distruzione mediante una pioggia infuocata di zolfo, riportando la storia di Lot, cugino di Abramo, e della sua famiglia: sua moglie e le sue due figlie, così come egli aveva già “cancellato dalla faccia della terra” con il diluvio tutto il popolo di quel tempo in quella parte del mondo, eccetto il giusto Noè, perché ogni intimo intento del loro cuore non era “altro che male” (Genesi 6,5-7), e proprio come distrusse la città dei babilonesi che, nella loro superbia, volevano costruire la torre, la cui cima tocchi il cielo (Genesi 11,1-8).
Vecchio Testamento
La sodomia è considerata una vergogna empia = nefandum flagitium, come lo chiama la teologia morale. Perché? Perché Sodoma permise ogni tipo di peccato contro la natura umana così come Dio l’aveva creata, legittimata e benedetta.
Secondo le tradizioni orali e scritte giunte alla redazione finale del Pentateuco di Mosè, leggiamo nella Genesi:
“Ora gli uomini di Sòdoma erano malvagi e peccavano molto contro il Signore” (13,13).
Qui non è detto in cosa consistesse esattamente il peccato dei sodomiti, ma da questa dicitura: “peccavano molto”, si può ovviamente concludere che non c’erano peccati che essi non li abbiano commessi contro la legge e l’ordine di Dio, cioè contro la natura umana o il buonsenso come opera di Dio. È come se bastasse dire “Sòdoma” per capire subito di che cosa si trattasse.
Nello stesso libro della Genesi, Dio, che appare con due angeli in forma umana, dice ad Abramo: “Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave” (18,20). Non è ancora stato spiegato con precisione cosa abbia reso il peccato di Sodoma “troppo grande”. Abramo osa intercedere presso Dio per i sodomiti a partire dal numero cinquanta in giù. E ogni volta Dio gli promette di non distruggere Sodoma se ci sarà un tale numero di abitanti non infettati dal virus di Sodoma. Se Abramo fosse sceso sotto i dieci è probabile che il Signore avrebbe risposto con misericordia alla richiesta di Abramo, suo amico. Ma non erano nemmeno dieci, solo la famiglia di Lot quattro persone.
Il libro della Genesi nel capitolo 19 mostra il delitto e la punizione specifica di Sodoma. Quando i due menzionati angeli si presentarono davanti a Sodoma, trovarono Lot all’ingresso della città. Li ospitò a casa sua.
“Intanto ecco gli uomini della città, cioè gli abitanti di Sodoma, si affollarono intorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo. Chiamarono Lot e gli dissero: ‘Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!” (Genesi 19,4-5).
Qui si parla esplicitamente della pratica peccaminosa dei sodomiti, secondo cui i maschi peccano contro altri maschi in modo carnale e innaturale. Gli abitanti di Sodoma avrebbero abusato addirittura di due angeli di Dio nelle loro perversioni sodomiche.
Il Levitico, del XIIIo secolo a. C., vieta severamente:
“Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna: è cosa abominevole” (18,22).
Questa stessa Legge ebraica dell’Antico Testamento, poco più avanti, prescrive:
“Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte: il loro sangue ricadrà su di loro” (Lev 20,13).
Ed ecco la punizione per i cittadini di Sodoma. Dopo che Lot fu salvato, il Signore
“fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo” (Genesi 19,24-25).
Il peccato contro la natura umana mostrato nei quattro luoghi citati consiste in questi fatti:
– che gli uomini di Sòdoma erano “malvagi”, “peccavano molto contro il Signore”, cioè contro la sua creazione, ordine morale e legge;
– che il loro peccato è “troppo grande”, cioè insopportabile, uccide non solo l’anima, ma anche il corpo;
– che tale peccato è una “cosa abominevole”, cioè l’abominio della desolazione nell’ambito della vita; e
– che un tale peccato è un atto così “abominevole” da meritare la pena di morte, inoltre, anche tutti gli abitanti di Sodoma e Gomorra furono distrutti. Come quando un uomo muore, colpito da un’epidemia, e tutti i suoi vestiti e la sua casa vengono bruciati!
“La Legge del Signore è perfetta: rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è stabile: rende saggio il semplice” (Sal 19,8).
E l’iniquità umana deturpa l’anima e manda il semplice fuori di testa!
Si tratta, quindi, di delitti terribili contro la natura umana così come Dio l’ha creata, l’ha benedetta e ha ordinato che fosse rispettata e osservata, non che le andasse contro. Dio creò e stabilì il maschio e la femmina, come esseri complementari, dotandoli della capacità naturale di generare e far crescere figli, per mantenere la vita sulla terra. E col tempo gli uomini hanno capovolto l’ordine di Dio e hanno deciso da soli che l’uomo con l’uomo, la donna con la donna pecchino e annullino lo scopo del progetto creativo di Dio e la relativa benedizione. Dio ha ordinato che una donna generi e come madre educhi amorevolmente i suoi figli, ma certe persone hanno pervertito l’ordine di Dio e insegnano meno nascite possibili o che loro stessi determineranno eugeneticamente quanti nasceranno e quali saranno quelli veri.
Nuovo Testamento
Nel suo sermone inaugurale in Galilea, il Signore Gesù pronunciò le prime parole: “Convertitevi e credete nel Vangelo!” (Mc 1,15). Il messaggio fondamentale di Gesù è: conversione da ogni male che distrugge, e fede totale nel Vangelo che salva! Questa è la buona novella di Gesù.
L’apostolo Paolo nella sua Lettera ai Romani scrive di passioni innaturali che si sono attivate sia tra gli uomini che tra le donne:
“Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo gli atti ignominiosi maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento” (Romani 1,26-27).
L’Apostolo dichiara ispiratamente che i “sodomiti” non vedranno il Regno di Dio:
“Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio” (1 Cor 6,9-10).
Nella stessa lista, riguardo alla violazione dell’ordine di Dio, Paolo include sia i “sodomiti” che i “rapinatori”! Questi “sodomiti” non sono solo abusatori dei minorenni.
In questi due luoghi l’Apostolo usa le espressioni più severe per questi abusi sia contro le persone maschili che femminili: che cambiarono il rapporto naturale con il traviamento innaturale. Né i pervertiti né i sodomiti non solo non hanno la benedizione di Dio, ma non erediteranno il Regno di Dio. C’è una sanzione più grande?
L’età dei Santi Padri
Numerosi Santi Padri nei loro commenti ai testi biblici menzionati si riferiscono alla malvagità di Sòdoma e alle loro sanzioni. Ecco solo due esempi:
Tertulliano dice: “[Tutte] le altre passioni furenti – empie verso i corpi e i generi – al di là della legge naturale, le scacciamo non solo dalla soglia, ma da ogni rifugio della Chiesa, perché questi non sono delitti, ma mostri”.[1]
Agostino similmente: “La malvagità contro natura dovrebbe essere condannata e punita ovunque e sempre, come ad esempio la malvagità dei sodomiti. Se tutte le nazioni le commettessero, secondo la legge divina sarebbero tutte colpevolizzate con uguale colpa, perché quella legge non ha reso gli uomini tali da poter comunicare tra loro in questo modo«.[2]
Alcuni insegnamenti ed interpretazioni
I Gesuiti nel XVIIo secolo. Nel 1612, il Superiore Generale della Compagnia di Gesù, Claudio Acquaviva (1543-1615), eletto Generale dell’Ordine nel 1581, servì come Superiore per 34 anni, fino alla morte, condannò la posizione morale secondo la quale un leggero piacere nel desiderio sessuale deliberatamente ricercato non comporta peccato mortale. Non solo obbligò i gesuiti a obbedire a quell’insegnamento sotto minaccia di scomunica, ma impose loro l’obbligo di rivelare i nomi di quei gesuiti che avessero violato anche lo spirito del decreto.[3] Era sigillata la decisione che nessun peccato contro il Sesto e il Nono Comandamento avesse leggerezza o piccolezza di materia – parvitas materiae, soprattutto non nell’ambito della sodomia. È da notare che questa visione rigorosa non si applicava a nessun altro comandamento di Dio.
Il Concilio Vaticano II non riporta in alcun documento la parola esplicita: omosessualità.
Persona humana, la dichiarazione su alcune questioni di etica sessuale del 1975. La Congregazione per la Dottrina della Fede con la firma del Prefetto, Card. Franjo Šeper, e del Segretario, l’arcivescovo Jérôme Hammer, avendo precedentemente “approvato e confermato” Papa Paolo VI, dice:
“Secondo l’ordine morale oggettivo, gli atti nelle relazioni omosessuali sono privati del loro scopo essenziale e insostituibile. La Sacra Scrittura li condanna come gravi depravazioni e li presenta addirittura come una conseguenza fatale dell’abbandono di Dio”.[4]
Quando l’uomo non osserva la legge di Dio, allora è condannato a osservare la legge illegale dell’uomo.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992, con la costituzione apostolica introduttiva Fidei depositum del Santo Papa Giovanni Paolo II, redatto sotto la guida del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Card. Joseph Ratzinger, afferma che il “peccato di Sòdoma”[5] è tra i cinque peccati che gridano al cielo. Il Catechismo parla dell’omosessualità in più punti, al solito con queste precisazioni:
che le relazioni tra persone dello stesso sesso non possono essere approvate in nessuna circostanza[6];
che questi sono peccati gravi[7];
che le persone omosessuali, che hanno una tendenza oggettivamente disordinata, possono avvicinarsi alla perfezione cristiana[8] attraverso i loro sforzi, la lotta, la preghiera e i sacramenti, e che in questo senso la Chiesa deve aiutarle a liberarle dal loro stato di peccato.
Veritatis splendor del 1993, l’enciclica di Papa Giovanni Paolo II, menziona il concetto di omosessualità una sola volta:
“In base ad una concezione naturalistica dell’atto sessuale, sarebbero state condannate come moralmente inammissibili la contraccezione, la sterilizzazione diretta, l’autoerotismo, i rapporti prematrimoniali, le relazioni omosessuali, nonché la fecondazione artificiale”.[9]
La concezione “naturalistica” è quella strana interpretazione teologica secondo la quale ad alcuni comportamenti umani mutevoli viene attribuito un carattere immutabile. Alcuni teologi “cattolici” dicono che la Chiesa Cattolica insegna tale dottrina, dice l’enciclica! “Essi dicono che l’uomo, come essere razionale, non solo può, ma addirittura deve decidere liberamente il senso del suo comportamento”. Indipendentemente dalla legge di Dio.
Quaesitum – Responsum. Alla domanda: “La Chiesa ha l’autorità di benedire le unioni tra persone dello stesso sesso?” – La Congregazione per la Dottrina della Fede, 2021, dà la Risposta, firmata dal Prefetto, il Card. Luis Ladaria, gesuita; dal Segretario, l’arcivescovo Giacomo Morandi; e autorizzato per la pubblicazione dal Papa Francesco, proclama questa verità tradizionale:
“La Chiesa non ha, né può avere, la potestà di benedire le unioni tra persone dello stesso sesso”.[10]
La definizione è comprensibile e indiscutibile, non necessita di nuovi chiarimenti e risposte, a meno che i termini: “potestà”, “benedizione” e “comunità omosessuale” non significhino qualcosa di completamente diverso.
I vescovi belgi praticano da anni alcune “benedizioni” delle comunità omosessuali, ha riferito il vescovo di Anversa Johann Bonny, delegato alla quinta Assemblea generale del Sinodo, che si è tenuto a Francoforte dal 9 all’11 marzo 2023. Il vescovo ha detto che i vescovi belgi erano già stati in visita ufficiale in Vaticano dal 21 al 26 novembre 2022 e che il Papa, nell’udienza del 25 novembre, avrebbe approvato la “benedizione delle coppie omosessuali” se tutti i vescovi fossero d’accordo. Tutti gli 11 vescovi belgi sono d’accordo su questo, riferisce il prelato di Anversa, tranne che i vescovi francofoni hanno gli stessi testi in francese, non in fiammingo.[11]
Fiducia supplicans, 2023. Eccoci alla Dichiarazione sul significato pastorale delle benedizioni, che, senza consultare i cardinali e i vescovi membri del Dicastero, è stata redatta dal nuovo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, Card. Victor Manuel Fernandez, dal Segretario Mons. Armando Matteo, dopo il ritorno dall’Ex audientia da Papa Francesco il 18 dicembre.
In senso strettamente liturgico, la benedizione richiede che ciò che viene benedetto sia conforme alla volontà di Dio espressa nell’insegnamento della Chiesa.[12] Il Signore Gesù, lasciando questo mondo, alzò le mani e benedisse i discepoli. E mentre li benediceva, si separò da loro e fu portato in cielo. I discepoli ritornarono a Gerusalemme e benedicevano Dio per tutto il tempo nel Tempio (cfr. Lc 24,50-53). Qui Gesù dona la sua benedizione divina agli apostoli in senso discendente e gli apostoli in senso ascendente benedicono Dio, cioè lo lodano, lo ringraziano per tutta l’opera della redenzione.[13]
Sotto il IIIo punto la Dichiarazione, dai numeri 31 a 41, parla di “benedizione delle coppie in situazioni irregolari e delle coppie dello stesso sesso”. Il documento cerca in tutti i modi di rilevare la differenza tra la benedizione sacramentale di una coppia sposata che segue la formula e la cerimonia ecclesiale, dalla “benedizione” di una “coppia” irregolare o omosessuale che non segue alcuna formula o rito. In altre parole, una “benedizione pastorale”, informale, non formulata, non rituale, spontanea, casuale, incidentale, momentanea, differisce da una benedizione “liturgica” sacramentale, rituale, formulata, prescritta. La chiave del tema è ambigua in quanto tali “coppie” irregolari e “coppie” dello stesso sesso ricevono una “benedizione” in un contesto “ecclesiale” e da un ministro ecclesiale ordinato. Il termine “coppia” viene menzionato come se si trattasse di una “coppia” legale, anche se su due persone vengono fatti due segni di croce. Le stesse parole “benedizione”, “ministro ordinato” sono legate a due realtà diverse e con significati diversi.
Sappiamo tutti che forse in nessun ambito della vita esistono più ambiguità, allusioni varie, parole di doppio senso, e furbizie deliberate, doppie misure, concetti a più livelli, duplici messaggi che nell’area della sessualità, cioè del Sesto e del Nono Comandamento di Dio. E questo nelle conversazioni, nei media, nei film, nelle caricature. Gli evangelisti, seri come sono, non hanno registrato alcuna battuta ambigua su Gesù, e si può presumere che venissero fatte dai farisei e dai sadducei corrotti. Che necessità c’è di introdurre confusione e allo stesso tempo dire: qui c’è confusione, attenzione alla confusione! Sottolineiamo solo un pensiero della Dichiarazione:
“Non si deve né promuovere né prevedere un rituale per le benedizioni di coppie in una situazione irregolare, ma non si deve neppure impedire o proibire la vicinanza della Chiesa ad ogni situazione in cui si chieda l’aiuto di Dio attraverso una semplice benedizione. Nella breve preghiera che può precedere questa benedizione spontanea, il ministro ordinato potrebbe chiedere per costoro la pace, la salute, uno spirito di pazienza, dialogo ed aiuto vicendevole, ma anche la luce e la forza di Dio per poter compiere pienamente la sua volontà”.[14]
Proviamo a districare questo punto:
1o – tutto è posto in forma condizionale, per nulla obbligatoria.
2o – non si dovrebbe né assicurare né promuovere un “rito di benedizione della coppia” in occasioni irregolari. Qui si evidenzia una facoltatività ancor maggiore e allo stesso tempo contraddizione nella frase “rito di benedizione delle coppie”. Questa contraddizione si sta espandendo.
3o – non si dovrebbe né impedire o vietare che la Chiesa si avvicini a loro con un ministro ordinato per pregare per la pace, la salute, lo spirito di pazienza, il dialogo, “aiuto vicendevole”.
4o – pregare anche per ottenere la luce e la forza di Dio affinché queste “coppie” possano compiere pienamente la volontà di Dio e che il ministro li accompagni come singoli con una “benedizione spontanea” di pochi secondi, e che essi rimangano impenitenti e non convertiti nell’adulterio, o “coppie” sodomiche e illegali.
Un credente ragionevole si chiede: se tutto sta in questa forma condizionale, e se la Chiesa non dovrebbe né prevedere né promuovere il “rito” della “benedizione” di tali “coppie”, la Chiesa non dovrebbe né vietare né proibire la sua vicinanza, e ciò tramite un ministro “ordinato”, come possiamo sperare che queste “coppie” in situazioni irregolari di adulterio persistente o di persistenti relazioni omosessuali adempiano completamente la volontà di Dio senza alcuna condizione e segno del loro pentimento e dell’uscita dalla situazione peccaminosa illegale e innaturale?
Nel n. 41. la Dichiarazione afferma che oltre alle indicazioni presentate, non ci si dovrebbe attendere dal Dicastero per la Dottrina della Fede altre risposte che possano uniformare dettagli o aspetti pratici riguardo a benedizioni di questo tipo.
Tuttavia, non appena sono trascorse due settimane e si è riversata una pioggia di dichiarazioni di alcune Conferenze episcopali e di altre organizzazioni e persone ecclesiali, è apparsa evidente la necessità di rilasciare un Comunicato stampa speciale.
Il Comunicato circa la ricezione della dichiarazione Fiducia supplicans, 2024. Il Dicastero qui introduce la prassi di interpretare la sua dichiarazione con un nuovo documento, un Comunicato del 4 gennaio 2024, e cioè 16 giorni dopo la Dichiarazione, che sviluppa una catechesi sulla benedizione pastorale delle coppie irregolari e omosessuali. E perché? Perché:
– un certo numero di Conferenze episcopali del mondo, ciascuna a suo modo, rifiuta la “benedizione” pastorale delle “coppie” adultere e omosessuali;
– un numero ancor maggiore di singoli cardinali e vescovi, ciascuno a modo suo, ha criticato razionalmente e moralmente singoli punti della Dichiarazione;
– un numero considerevole di singoli sacerdoti, religiosi e laici, ciascuno a modo suo, ha preso le distanze dalla Dichiarazione, e
– diverse associazioni cattoliche si sono pronunciate contrarie a tale Dichiarazione.[15] Da tutte le critiche sopra menzionate sorge una domanda inevitabile: a chi preme che questo tipo di confusione sia consentito nella Chiesa di Dio con la sua chiarezza dottrinale già esistente da due millenni? Confondere l’unità della Chiesa con lo scisma? L’ortodossia con l’eresia? Il cibo sano, biblico e tradizionale, con uno non affatto necessario?
Dal Comunicato del Dicastero va evidenziata una frase sul contenuto e sul tempo della “benedizione”:
“In questo caso, il sacerdote può recitare una semplice orazione come questa: ‘Signore, guarda a questi tuoi figli, concedi loro salute, lavoro, pace e reciproco aiuto. Liberali da tutto ciò che contraddice il tuo Vangelo e concedi loro di vivere secondo la tua volontà. Amen.’ E conclude con il segno della croce su ciascuno dei due”,[16]
si chiede il Cardinale Prefetto insieme al Segretario, questa volta senza Ex audientia.
E in che cosa questo vorrebbe dire?
In primis, quando una stabile “coppia sodomica” si presenta al sacerdote e gli chiede con fidatezza (fiducia supplicans) una “benedizione”, e il sacerdote recita individualmente la preghiera formulata sull’uno e sull’altro omosessuale perché si aiutino a vicenda, perché Gesù li liberi da tutto ciò che contraddice il Vangelo e che vivano secondo la volontà di Dio, ed essi invece continuino con insistenza a vivere in una “coppia sodomica”?
In secundis, se un sacerdote fa il segno della croce o la “benedizione” sugli omosessuali individualmente, che non riconoscono un peccato innaturale come peccato e quindi peccano contro lo Spirito Santo, senza pentimento e senza conversione, egli si espone all’opinione generale che sta “benedicendo” l’unione peccaminosa delle persone dello stesso sesso?
In tertiis, se il sacerdote termina tutto velocemente, in 10-15 secondi conforme alla formula di preghiera di cui sopra, una “benedizione” così spontanea, che non è una benedizione, eppure è una benedizione, può essere negata a individui che vivono in uno stato innaturale del peccato? Tutte le raccomandazioni del Comunicato si basano sul principio della contraddizione, perché sempre, dalla creazione attraverso la redenzione fino allo stato attuale, una “benedizione” così semplice e spontanea di una “coppia” adultera irregolare e di una “coppia” omosessuale era considerata un contrattacco sacrilego e peccaminoso alla benedizione di Dio sulla coppia creata: maschio e femmina, matrimoniale (Genesi 1,28) per il bene di avere figli e aiutarsi a vicenda nella vita.
Conclusione
La Pastor aeternus, la costituzione dogmatica sulla Chiesa di Cristo del Concilio Vaticano I, del 1870, determina con precisione il ministero dei successori di Pietro:
“Lo Spirito Santo infatti, non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina, ma per custodire con santità e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede”.[17]
Crediamo quindi che il Vescovo di Roma, il Sommo Pontefice, ha davanti agli occhi il pensiero che il Signore Gesù ha detto a Pietro nell’Ultima Cena – e in Pietro ai suoi successori – Simone/Pietro, ho pregato per te perché la tua fede non venga a meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli! (Luca 22,32). Nella fede, nella verità e nell’amore.
Crediamo che il Santo Padre ama Gesù più degli altri, come il Signore chiede e si aspetta da Pietro (Gv 21,15-17), e dai suoi successori. E allo stesso tempo, Gesù risorto comanda ogni volta a Pietro di pascolare i suoi agnelli e le sue pecore, cioè di essere il pastore del gregge di Gesù.
Crediamo che il Santo Padre può invalidare sia la Dichiarazione del 18 dicembre 2023 che il Comunicato del 4 gennaio 2024, documenti dei quali si è dimostrato in modo convincente in queste ultime tre settimane – sia giuridicamente e liturgicamente, sia moralmente e dogmaticamente – al livello ecclesiastico globale che sono intrisi di imprecisione, ambiguità e contraddizione, che non è mai stata una caratteristica dell’insegnamento della Chiesa Cattolica.
Crediamo che il Santo Padre, tramite l’azione dello Spirito Santo, troverà il modo di “preservare scrupolosamente e presentare fedelmente la rivelazione, o depositum fide, ricevuto dagli apostoli”, e svalutare risolutamente i documenti citati, perché “non è stato così fin dall’inizio” (Mt 19,8), e nemmeno in tutta la storia della Chiesa Cattolica fino al XXI secolo, non sono stati emanati documenti ambigui, permeati del gioco tra matrimonio legale naturale e “coppie” irregolari e omosessuali innaturali. La parola dell’Apostolo è: “Dio non si lascia ingannare” (Gal 6,7).
Originale croato
Traduzione in francese
Traduzione inglese
Traduzione tedesca
[1] Tertulliano (155 – 220), scrittore cristiano, De Pudicitia, 4: “Reliquas autem libidinum furias impias et in corpora et in sexus ultra iura naturae non modo limine, verum omni ecclesiae tecto submovemus, quia non sunt delicta, sed monstra.”
[2] S. Agostino (354 – 430), dottore della Chiesa, Confessiones, III, 8, 15: “Itaque flagitia quae sunt contra naturam, ubique ac semper detestanda atque punienda sunt, qualia Sodomitarum fuerunt. Quae si omnes gentes facerent, eodem criminis reatu divina lege tenerentur, quae non sic fecit homines ut se illo uterentur modo.”
[3] Patrick Boyle (1932 – 2022), gesuita americano, Parvitas Materiae in Sexto in Contemporary Catholic Thought (Lanham, University Press of America, 1987), pp. 14-16. Il decreto del Preposito Generale si riferiva alla Compagnia di Gesù, però attraverso i professori gesuiti ha avuto un influsso più ampio su certi ceti dei fedeli.
[4] Sacra Congregazione per la dottrina della fede, Persona humana, dichiarazione, il 29 dicembre 1975, nr. 8. Tutto il nr. 8 è dedicato alla problematica dell’omosessualità che se menziona 7 volte:
https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19751229_persona-humana_it.html
[5] Catechismo della Chiesa Cattolica, nr. 1867. Gli altri peccati che gridano al cielo: Il sangue di Abele; il grido del popolo oppresso in Egitto; il grido dello straniero della vedova e dell’orfano; l’ingiustizia verso l’operaio impiegato.
[6] CCC, nr. 2357.
[7] CCC, nr. 2396.
[8] CCC, nr. 2358-2359.
[9] Giovanni Paolo II., Veritatis splendor, enciclica indirizzata solamente ai confratelli nell’episcopato, il 6 agosto 1993, nr. 47.
[10] Congregazione per la dottrina della fede, Responsum, il 22 febbraio 2021. Pubblicato il 15 marzo 2021.
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2021/03/15/0157/00330.html#ita
[11] Vedi il link in cui si trovano altri link utili: https://lanuovabq.it/it/benedizioni-gay-i-vescovi-si-ribellano-e-guerra-delle-pastorali
[12] Dicastero per la dottrina della fede, Fiducia supplicans, dichiarazione, il 18 dicembre 2023, nr. 9. La Dichiarazione contiene 45 numeri, 31 note di cui 20 si riferiscono all’insegnamento di Papa Francesco.
https://press.vatican.va/content/salastampa/en/bollettino/pubblico/2023/12/18/231218b.html
[13] FS, nr. 18.
[14] FS, nr. 38.
[15] https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_opponents_of_Fiducia_supplicans (8.I.2024)
[16] Comunicato sulla ricezione della dichiarazione Fiducia supplicans, nr. 5 – https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2024-01/dottrina-della-fede-fiducia-supplicans-cardinale-fernandez.html
[17] DS, nr. 3070: “Neque enim Petri successoribus Spiritus Sanctus promissus est, ut eo revelante novam doctrinam patefacerent, sed ut, eo assistente, traditam per Apostolos revelationem seu fidei depositum sancte custodirent et fideliter exponerent.”